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DIDATTICA PER LE SCUOLE

Cod Art 0080 | Rev 00 | Data 11 Ott 2008 | Autore Castronuovo Motat Nicola

 

   

 

GLI ANIMALI DEI MARI TEMPERATI

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Foche, leoni marini e trichechi

Foto2I pinnipedi, goffi sulla terraferma ma agilissimi in acqua, hanno un corpo idrodinamico e pinne robuste; possono immergersi oltre i 100 metri di profondità, respirando l’aria dell’atmosfera.
Alcune specie possono rimanere sott’acqua anche per un’ora. L'ordine dei pinnipedi comprende tre gruppi: le foche si distinguono per il fatto che non possono rivolgere in avanti le "pinne posteriori" (si tratta in realtà di zampe modificate), che sono utili per il movimento sul terreno; i leoni marini, i trichechi e le otarie possono assumere una posizione semieretta.
I pinnipedi sono presenti in tutti i mari e gli oceani, sia nin acque temperate che in quelle fredde dei poli. Quasi tutti hanno il muso corto, il collo robusto, il corpo flessibile e idrodinamico. Un abbondante strato di grasso favorisce il galleggiamento dell’animale e lo isola dal freddo, fungendo anche da riserva energetica nel caso di digiuno prolungato. Hanno tutti occhi grandi, utili ad una visione perfetta anche in profondità, dove la luce è scarsa e, in caso di acque torbide, riescono a distinguere bene la sagoma di un eventuale predatore. Aanche l’udito è molto sviluppato.
Il ciclo vitale di questi mammiferi, a differenza degli altri mammiferi come i cetacei, lamantini e dugonghi, si svolge anche sulla terra ferma, che non hanno abbandonato del tutto. Le femmine durante la gestazione, trascorrono quasi tutto il tempo in mare, per nutrire loro stesse e i futuri nascituri. Raggiungono le spiagge solo per il parto, dove un maschio di solito controlla una parte di territorio. Danno alla luce, dopo 8-15 mesi, un solo piccolo. Dopo il parto la femmina si accoppia nuovamente con il maschio dominante.
I trichechi possiedono due grossi denti anteriori, che escono dal labbro superiore. Le femmine sono più piccole dei maschi e partoriscono un piccolo dopo 15 mesi di gestazione; possono adottare i piccoli rimasti orfani, non rari in un ambiente ricco di pericoli e di predatori. Vivono in grossi branchi sulla spiaggia, prendendo il sole e oziando; quando entrano in mare formano solitamente gruppi di 10 individui o poco più. Un pericoloso nemico dei trichechi è l'orso polare, in grado di attaccare e uccidere anche esemplari adulti di notevoli dimensioni.

Alcune specie di pinnipedi: collarino dell’Alaska, otaria orsina del Capo, leone marino della California, leone marino Neozelandese, leone marino Sudamericano, leone marino di Steller, tricheco, foca monaca, foca cancrivora, foca leopardo, foca di Ross, elefante marino del Sud, foca dal cappuccio, foca grigia, foca del Baikal, foca comune.

Il delfino

Il gruppo degli odontoceti, è molto più vario di quello dei misticeti e comprende il 90% dei cetacei. Agli odontoceti appartengono i delfini di mare, i delfini di fiume, le focene, i beluga o balene bianche, i capodogli e gli zifi.

Foto3I delfini si raggruppano in diverse famiglie, con caratteristiche morfologiche differenti, ma con la stessa modalità di eseguire la respirazione. Respirano, come noi, l’aria dell’atmosfera. Hanno un corpo slanciato e idrodinamico. Sono agilissimi nel nuoto e raggiungono velocità di otre 40 km/h. Il loro muso, caratteristico, termina con un rostro più o meno sviluppato che si differenzia da specie a specie.
Il tursiope, che è il più grande dei delfini, è spesso utilizzato come attrazione nei parchi acquatici. Meglio di altre specie si presta ad essere addestrato e a eseguire i classici esercizi che noi tuti conosciamo. I delfini sono tutti golosi di pesce, molluschi  e crostacei. Amano raggrupparsi in branchi e sono dei giocherelloni. Spesso seguono le scie delle imbarcazioni, uscendo dall’acqua e compiendo dei balzi roteando in mille modi il corpo; non si consce esattamente il significato di questi comportamenti, si ipotizza sia una sorta di dimostrazione di un buono stato fisico o, semplicemente, per attirare una femmina, per mettersi in mostra o magari per liberarsi dei parassiti.
I delfini vivono sia in mare aperto che lungo le fasce costiere. La riproduzione di questi mammiferi in genere avviene dopo una gestazione di 10 - 12 mesi. Partoriscono un piccolo alla volta in primavera o durante l'estate. L’intervallo per la riproduzione è di circa due anni. La loro vita media è di circa 25-30 anni. Comunicano con suoni particolari, ovvero fischi ad alta frequenza. Possiedono capacità sensoriali molto sviluppate e per scovare i pesci sotto i sedimenti sabbiosi, utilizzano il rostro per stanarli, afferrarli e poi mangiarli. I delfini utilizzano l'ecolocalizzazione per individuare, in acque trobide e attraverso l'eco (onda sonora riflessa), la presenza di potenziali prede e predatori; tutto questo in acque torbide, che non permetterebbero, con l'ausilio della vista, di vedere assolutamente nulla.

Alcune specie di delfino: susa atlantica, sotalia nera, lagenorinco scuro, lagenorinco dai denti piccoli, lagenorinco dal rostro bianco, grampo, tursiope, stenella rostrata, stenella maculata pantropicale, stenella maculata atlantica, stenella striata, delfino comune, lissodelfide boreale, orcella dell’Irrawaddy (di fiume), delfino di Commerson, delfino di Hector, pseudorca (uno dei delfini più grandi in assoluto), ama le profondità oceaniche e si raduna vicino le isole del Pacifico.
A volte accade che questi mammiferi si spiaggino, forse perché disorientati dalla tecnologia umana (onde sonore emesse da sistemi di trivellazione e prospezione geologiche), dal traffico navale e da suoni particolari. Con l’intervento dell’uomo, che corre in loro soccorso, molti delfini e specie simili, riescono a guadagnare nuovamente il mare, salvandosi da una morte certa.

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L'orca marina

Foto5L’orca marina, uno dei predatori più attivi dell’oceano. Dal colore bianco nero, è immediatamente riconoscibile. Questi cetacei vivono in gruppi familiari eterogenei (clan), composti da femmine, maschi e dalla prole; sono molto socievoli, pensate che alcuni parchi acquatici le utilizzano per i soliti e purtroppo tristi spettacoli di abilità. L'orca esegue esercizi spettacolari, ubbidendo ai comandi dell’uomo.
Nelle fasi di caccia sono a volte spietate, possono isolare il cucciolo di una balena per poi attaccarlo e mangiarlo, condividendolo con il resto della comunità. Un comportamento di caccia che non ha nulla da invidiare da quello dei predatori terrestri, come leoni o lupi quando cacciano altamente organizzati.

Perché l'orca è chiamata spesso orca assassina? Per la sua perseveranza nell’inseguire la preda e perchè uccideva le balene ferite dai balenieri, decisamente poco entusiasti nel vedersi soffiare una grande preda come una balena. Del resto le orche, come tutti i predatori, sono anche animali opportunisti. L'orca Si nutre di pesci, calamari, altri mammiferi, uccelli che trovano sulla superficie dell’acqua, altri cetacei. Non si nutre di tutto quello che incontra, bensì seleziona, nel suo territorio di caccia, predando le specie più abbondanti, ricoprendo quindi un importante "ruolo regolatore" nell’ecosistema.
Una femmina di orca può accoppiarsi con diversi maschi, di conseguenza i maschi non potendo riconoscere i propri figli, si occupano della cura di tutti i piccoli presenti nel branco.
Dopo circa 18 mesi di gestazione, la femmina mette al mondo un piccolo di circa due metri di lunghezza. Il parto avviene in acque basse; una volta uscito, il piccolo viene spinto in superficie dalla madre o da un parente perché possa per la prima volta respirare. Il piccolo si nutrirà per circa due anni del latte che la madre produrrà per lui. Un latte molto grasso e nutriente.

La balena

Vedere scheda <Gli animali dei mari freddi>

Lo squalo bianco

Foto6Le specie di squalo sono tante, ma lo squalo per eccellenza è lo squalo bianco. Si tratta di un pesce cartilagineo, il cui corpo affusolato è sorretto da uno scheletro appunto di cartilagine, come quella del nostro naso o quella che unisce le articolazioni del nostro scheletro; quindi a differenza dei pesci ossei (scheletro composto di parti ossee), lo squalo si trova raramente nei giagimenti fossili,perchè la cartlagine si disgrega molto facilmente.
Lo squalo bianco era fino a poco tempo fa considerato il discendente diretto dell’ormai estinto Megalodon, squalo dai grandi denti, scomparso dai mari della terra oltre 45 milioni di anni fa.
Macchina perfetta per la predazione, lo squalo a differenza di ciò che si pensa, non è un feroce predatore e mangiatore di uomini. Si nutre solo quando ha fame, a volte può rimanere a digiuno per diversi giorni. Lo squalo bianco a differenza degli altri squali, ha la capacità di scaldare il suo corpo e raggiungere la temperatura corporea desiderata, irrorando sangue anche nei muscoli periferici e mantenendo la temperatura interna superiore di qualche grado a quella dell’ambiente in cui si trova.
Predilige le acque temperate delle coste del Nord America, del Sudafrica, dell’Australia e Nova Zelanda, ed è presente anche nel Mediterraneo. In Italia è stato avvistato nel mar Ligure, nel Canale di Sicilia e in Adriatico. Raggiunge una lunghezza di 6 - 7 metri e un peso di 3.000 kg. Si ciba di pesci, calamari, pinguini, foche, delfini, tartarughe, carcasse di balena, uccelli marini. La gestazione della femmina dura circa 12 mesi e partorisce, al massimo, due piccoli, che misurano alla nascita circa 1.5 metri. Gli organi di senso degli squali sono sviluppatissimi (vedi scheda <Gli otto sensi dello squalo>).

La caratteristica principale dello squalo bianco è quella di avere una mandibola mobile, la mascella superiore è disarticolata ed esce fuori e in avanti (protusione mascellare), così le sue prede non hanno via di scampo. Possiede denti triangolari affilati come rasoi.
Lo squalo bianco è inserito nella lista C.I.T.E.S. ed è a rischio di estinzione; anche in Italia è un animale protetto, come negli altri stati del mondo. Subisce una pesca indiscriminata per vari motivi, ed è preda ambitissima dai cacciatori di trofei.
Alcuni squali bianchi presenti nelle acque del sud Africa e dell'Alaska, possono compiere balzi spettacolari fuori dell’acqua, durante la fase di caccia, per afferrare le loro prede preferite, ovvero le otarie del Capo. Se vuoi conoscere meglio le tecniche di caccia, puoi leggere qui.

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Noi non rientriamo nella dieta abituale degli squali.

Altri predatori come i tonni, pesce spada, marlin ecc.. vivono in acque temperate e sono pesci ossei. Compiono migrazioni alla ricerca del cibo, vivendo e spostandosi in folti banchi come nel caso dei tonni. Molto apprezzati per la loro carne, anch’essi subiscono una pesca intensiva, se andiamo avanti di questo passo senza rispettare i cicli naturali della riproduzione di questi animali, ci troveremo presto di fronte ad un mare privo di predatori e con molte prede, sconvolgendo così l’ecosistema del mare.

Tartarughe e testuggini

Foto8Vi è mai capitato di nuotare e vedere una tartaruga, o di assistere alla deposizione delle uova su una spiaggia? Vi garantisco che è uno spettacolo splendido.
Sono molte le specie di tartarughe acquatiche, sia d’acqua dolce che salata. Sono eleganti mentre nuotano. La storia di questi splendidi animali iniziò 200 milioni di anni fa.
Le tartarughe hanno la capacità di immergersi per lunghi periodi, respirando aria come noi prima dell’apnea. Agili nuotatrici, con gli arti anteriori trasformati in potenti 'pale', raggiungono velocità discrete, mentre le 'pale' posteriori fungono da timone, dando direzionalità al nuoto. Un becco robusto (ranfoteca) al posto dei denti, taglia e spezza i gusci di conchiglie e crostacei, per non parlare dei pesci.
In mare solitamente sono animali solitari, i maschi si incontrano con le femmine per l’accoppiamento, poi le femmine fanno ritorno alle spiagge dove sono nate, per deporre le uova. Memorizzano fin dalla nascita la spiaggia natìa, percorrendo anche migliaia di chilometri per raggiungere il luogo della deposizione.
La temperatura delle uova seppellite sotto la sabbia (100 - 200 uova a seconda della specie), influenza il sesso dei nascituri; se è compresa fra i 26 - 28° la maggioranza dei nati saranno maschi, se è più alta predomineranno le femmine. Tutti i piccoli dovranno raggiungere presto il mare prima che sorga il sole. Molti predatori assistono all’evento della nascita e i piccoli sono avidamente attesi da cani, corvi, aquile, uccelli marini e squali. Il predatore più pericoloso è l’uomo. Fin dai tempi antichi le tartarughe erano catturate per essere trasportate sulle navi come fonte di cibo (resistono bene fuori dall’acqua senza mangiare e idratarsi).
Attualmente, l’industria trasforma il carapace in pettini, bracciali, occhiali, scarpe e, in molte zone, si predano i nidi prelevando le uova per mangiarle. In media, un solo piccolo su cento raggiunge l’età adulta.
Particolare importanza ha la protezione dei luoghi di deposizione delle uova, fondamentale per la prosecuzione della specie; le spiagge tranquille, lontane dai pericoli sono sempre meno. Anche l'inquinamento dei litorali (rifiuti, plastica, reti abbandonate) può essere causa di pericolo e morte per molti esemplari che rimangono spesso impigliati e intrappolati, non avendo così la possibilità di raggiungere il mare, morendo di fame e cotte letteralmente dal sole.

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Diorama di Caretta caretta, mentre depone le uova.

Alcune specie di tartaruga marina: tartaruga verde, testuggine embricata, tartaruga caretta, bastarda, testuggine liuto.

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